Le grottesche decisioni dei giudici sul caso Ramy
- nestmilano
- 6 ago
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Dopo otto mesi di indagini sull'eventuale colpevolezza dei carabinieri che avevano LEGALMENTE inseguito due ragazzi in fuga su un scooter che ILLEGALMENTE avevano lanciato a tutta velocità per oltre venti minuti mettendo a repentaglio la vita di passanti e di altri automobilisti, finendo per schiantarsi contro un palo con la morte del passeggero (ahimè e che riposi in pace) dello scooter, in seguito alla quale dei facinorosi avevano messo a ferro e fuoco un intero quartiere per protestare contro la morte di un immigrato di seconda generazione accusando della cosa non la folle e ILLEGALE fuga del pilota della moto ma i carabinieri che l'avevano LEGALMENTE inseguito, i giudici (sì sempre loro e io vi assicuro parlerei volentieri d'altro, hanno deciso che, oltre alla guida pericolosa nella fuga dell'amico, i pm di Milano nelle imputazioni per omicidio stradale mettono in luce anche la distanza "inidonea" tenuta dal militare, troppo vicino alla moto, e anche la "lunga durata dell'inseguimento (assurdo e grottesco, LA PROSSIMA VOLTA METTIAMO IL GIUDICE A INSEGUIRE UNA MOTO IN FOLLE FUGA PER IL CENTRO DELLA CITTA').
E tutto questo nonostante il consulente tecnico della procura abbia affermato che quando lo scooter tentò di svoltare a sinistra all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, sbandò e deviò improvvisamente a destra e il carabiniere dell'ultima macchina inseguitrice se lo trovò in traiettoria. Non poteva sterzare né a sinistra né a destra, secondo la consulenza, altrimenti avrebbe travolto o la moto o un passante. Tentò di frenare, ma, per il consulente, fu impossibile a quel punto evitare l'urto e lo schianto finale dei due mezzi verso un palo di un semaforo
Non ancora contenti i giudici hanno contestato a altri quattro carabinieri depistaggio e favoreggiamento, perché in due avrebbero intimato a un teste di cancellare un video.
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